Italy's new Prime Minister Giorgia Meloni holds the first council of Ministers at Chigi Palace in Rome, Italy, 23 October 2022. ANSA/ETTORE FERRARI

Oggi il primo Cdm del governo Meloni. In agenda caro energia, giustizia e Covid

Giorgia Meloni ha fretta di correre su alcuni provvedimenti e il motivo lo ha spiegato il sottosegretario Alfredo Mantovano. La premier è salita «su un treno in corsa», con l’Italia «al centro di una tempesta perfetta tra guerra, recessione e inflazione». E ora la «macchinista» non può che spingere sull’acceleratore. La questione più urgente è la crisi energetica. Meloni indica come priorità l’esigenza di «mettere un argine al caro energia e alla speculazione», anche diversificando le fonti e aumentando la produzione nazionale. «I costi delle bollette sono diventati insostenibili per milioni di famiglie e per molte imprese» scrive sui social la presidente e ricorda che tante aziende sono costrette a chiudere o licenziare i lavoratori. La situazione peggiora per molti cittadini e Meloni promette soluzioni: «Gli italiani chiedono risposte immediate e noi gliele daremo. Non c’è più tempo da perdere».

Sul fronte della gestione della pandemia, le prime decisioni concordate dalla presidente con il ministro Orazio Schillaci (Salute) vogliono «segnare un primo atto di discontinuità rispetto ai precedenti esecutivi». Le mascherine negli ospedali e nelle strutture per anziani dovrebbero restare obbligatorie, mentre già domani scadrà l’obbligo vaccinale per medici e infermieri e i lavoratori sanitari no vax si vedranno condonate le sanzioni.

Il dossier più pesante sul tavolo del Cdm riguarda la giustizia, con due questioni che da giorni fanno discutere: ergastolo ostativo e rinvio della riforma Cartabia. Del primo tema Meloni ha parlato nel discorso per la fiducia, mostrando da subito l’intenzione di blindare il regime che esclude gli sconti di pena per i condannati per reati gravi, come mafia e terrorismo, che non accettino di collaborare con la giustizia. Il neo-ministro Carlo Nordio si è sempre detto contrario, ma per Meloni l’ergastolo ostativo è «uno strumento essenziale» per evitare scarcerazioni facili di detenuti mafiosi.