Il neo-candidato del centrodestra alla presidenza della Regione Lazio è partito dalla Caritas, mentre studiava per diventare avvocato

 

Nato a Roma il 1 settembre del 1965, Francesco Rocca arriva dal mondo del volontariato, al quale si era avvicinato da giovane durante gli studi in legge e nel quale è rimasto in tutti questi anni fino a diventare presidente della Croce Rossa Italiana. Una carica quest’ultima che ha ricoperto dal 2013, fino a ieri quando ha deciso di rassegnare le proprie dimissioni per rappresentare la coalizione di centrodestra, nella corsa alla presidenza della regione Lazio. Rocca è laureato in legge ed ha esercitato la professione forense fino al 2003. Successivamente si è dedicato ad incarichi dirigenziali in strutture pubbliche, come ad esempio quello di commissario dell’Ospedale Sant’Andrea di Roma che ha ricoperto dal 2002. Una struttura ove è rimasto fino al 2007, quando era diventato anche direttore generale della stessa. Nello stesso anno c’è stato anche il passaggio all’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani, ove è entrato a far parte del Nucleo di Valutazione dello stesso. Dunque una personalità competente in materia sanitaria. Aspetti che gli torneranno utili nel caso in cui vincesse le prossime elezioni regionali fissate per il 12 e 13 febbraio e diventasse il nuovo Governatore della Pisana. “Come esperto di sanità pubblica – ha scritto Rocca nella sua lettera di congedo alla Croce Rossa –  penso di poter portare un valore aggiunto: ho accettato una nuova sfida in cui credo fortemente”. Una missiva in cui ha voluto chiarire che “ha scelto di allontanarsi dal quel ruolo per “evitare ogni possibile strumentalizzazione e per proteggere la nostra associazione”. Rocca ha poi proseguito: “So che alcuni non saranno felici di questa decisione, ma la vita è fatta di bivi e nel momento in cui un indimenticabile percorso sarebbe volto comunque al termine, ho voluto percorrere una strada nuova dove, tuttavia, le mie capacità possano ancora essere al servizio della comunità”.