Il tribunale difende il diritto di cronaca: nel caso Rocca-Degni non si tratta di fakenews o accanimento del giornalista contro l’ex presidente della CRI.

Aveva scritto di Rocca e della “sua Croce Rossa troppo privata”, Cristiano Adolfo Degni, giornalista poi citato in giudizio nel 2018 dall’ex presidente CRI e attuale neo presidente della Regione Lazio.

I fatti risalgono a 5 anni fa, quando Degni pubblicò articoli e il libro “Continuate a chiamarla privatizzazione” in cui analizzava alcuni aspetti della presidenza di Francesco Rocca che tendevano alla privatizzazione dell’ente di diritto pubblico.

Tesi che a Rocca non è piaciuto e subito, l’allora presidente, è ricorso ai mezzi giurisprudenziali, citandolo in giudizio.

Il neopresidente regionale si difende: nel 2008 era stato nominato commissario straordinario dell’ente pubblico che versava in uno stato di “gravissima situazione di dissesto economico-finanziario “.

Tutto in regola per Rocca che è vittima, a suo dire, della penna di Degni “animato da sentimento personali di ‘rabbia’ e ‘delusione’: tutte fakenews contro di lui e il suo operato alla presidenza della Croce Rossa. Da qui la richiesta di risarcimento danni avanzata dall’avvocato Rocca

Ma tra i giudici del tribunale di Roma, XVIII sezione civile, hanno riconosciuto “l’interesse pubblico alla conoscenza di fatti ed anche di opinioni critiche non può essere messo in discussione”, quindi Degni ha agito nel diritto di critica e nel pieno della libertà di informazione e manifestazione del pensiero.

Il Tribunale ha così definitivamente rigettato la domanda di Rocca che dovrà inoltre sborsare i costi del processo.