Conclusa l’indagine dei militari della Guardia di Finanza di Salerno su una società romana per un giro d’affari illecito utilizzando il Superbonus 110%. Sequestrati preventivamente dai conti bancari dei soci della società e dai crediti d’imposta societari oltre 500mila euro, corrispondente di quanto ottenuto dagli aiuti dello stato per coprire le spese di ristrutturazione di 13 immobili, in realtà mai interessati dai lavori.
Nei giorni scorsi, su disposizione di questa Procura della Repubblica, la Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Salerno ha dato esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo, finalizzato alla confisca per equivalente, nei confronti di una società romana che ha agito in qualità di General Contractor.
Le indagini, eseguite dalla Compagnia di Vallo della Lucania, hanno permesso di accertare che il General Contractor, attraverso una serie di procacciatori, si è proposta a numerosi proprietari di immobili, residenti Comuni del Cilento, interessati a ristrutturare le proprie abitazioni utilizzando il “Superbonus 110%”
Successivamente, la società ha fatto stipulare loro dei contratti di appalto lavori con cessione del credito d’imposta e predisposto, a mezzo di propri tecnici, tutta la documentazione necessaria.
ln particolare, dalla disamina delle comunicazioni di inizio lavori (Cilas), depositate dal General Contractor presso gli uffici tecnici di tre Comuni, è stato rilevato che la società aveva certificato, per 13 immobili, avvenuti interventi di ristrutturazione pari al 30% del totale, dato quest’ultimo che è stato sconfessato dalle ispezioni eseguite presso gli edifici interessati, riscontrando per tutti la mancata esecuzione dei lavori.
Inoltre, le Fiamme Gialle hanno ricostruito minuziosamente il tracciamento dei crediti concessi a seguito della falsa attestazione dei lavori, constatando che i proprietari delle abitazioni li avevano ceduti al General Contractor, che aveva provveduto poi a monetizzarli cedendoli a sua volta a diversi istituti finanziari.
Per garantire il recupero delle somme indebitamente percepite, questa Procura della Repubblica ha emesso un decreto di sequestro preventivo di urgenza del profitto del reato, poi convalidato dal G.I.P. del Tribunale alla sede, eseguito sui conti correnti degli indagati per un importo complessivo di quasi 100 Mila euro e, al fine di impedirne l’utilizzo in compensazione da parte degli ignari istituti finanziari, sono stati altresì cautelati crediti d’imposta per un valore di oltre 400 Mila euro.