C’è una  novità nel Piano Regolatore Generale  di Roma ed è quella che l’amministrazione guidata dal sindaco Roberto Gualtieri ha proposto una variante che prevede l’aggiornamento delle norme tecniche. La delibera è stata votata ieri dalla Giunta Capitolina e che ora dovrà essere prima adottata dall’Assemblea e poi approvata definitivamente sempre in Aula Giulio Cesare dopo il recepimento delle osservazioni e delle relative controdeduzioni. L’obiettivo dell’amministrazione è quello di procedere con la semplificazione amministrativa e con l’allineamento agli aggiornamenti normativi regionali e nazionali, oltre ad incentivare i processi di rigenerazione urbana, soprattutto nelle periferie,  per garantire la sostenibilità ambientale, sociale ed economica e per limitare il nuovo consumo di suolo e contrastare la permanenza di relitti urbani ed edifici degradati. Tutto questo passerà attraverso l’aggiornamento della Carta per la Qualità che prevede la modifica delle Norme Tecniche di Attuazione del PRG, approvate come detto ieri dalla Giunta. Le Norme Tecniche di Attuazione contenute nel PRG definiscono, in forma scritta, le regole che stabiliscono diritti e doveri della proprietà immobiliare, in funzione delle trasformazioni edilizie e urbanistiche della città e del territorio. Entrate in vigore nel 2008 con l’approvazione del PRG, negli ultimi 15 anni non sono mai state modificate nonostante ci siano stati diversi tentativi. Grazie alla devoluzione dei poteri urbanistici dalla Regione Lazio a Roma Capitale, oggi la modifica delle NTA è competenza esclusiva di Roma Capitale, con i seguenti aspetti che sono i principali della proposta: intervenire in modalità diretta o con permesso di costruire convenzionato fino a 12.000 mq (innalzati a 25.000mq nei tessuti per attività) in ogni PRINT, cosa oggi consentita solo in alcuni casi, il sostegno anche allo sviluppo del Social housing per il quale si definisce l’inserimento degli alloggi sociali (comprensivi di student e senior housing) come standard aggiuntivi. E ancora la semplificazione per i cambi di destinazione d’uso con la riduzione da 7 a 5 delle categorie funzionali: residenziale, turistico-ricettiva, produttiva-direzionale, commerciale, rurale consentendo sempre il cambio di destinazione d’uso all’interno delle categorie funzionali a meno di specifiche prescrizioni di tessuto, il superamento del vincolo del mix funzionale fino a 5000mq negli ambiti di destinazioni residenziali nella città consolidata. Ci sono inoltre, la cessione delle aree a servizi pubblici abbandonate in cui non sono state realizzati servizi o aree verdi attrezzate. Infine in sostituzione dell’esproprio si incentiva il riconoscimento perequativo al fine di superare lo stallo nei procedimenti e favorire l’acquisizione e la dotazione di aree destinate a servizi pubblici per la collettività attraverso la modifica dell’art.22 delle NTA, per le aree  verdi private si consente di ridurre la dotazione di parcheggi nei pressi di nodi del trasporto pubblico su ferro fino all’80% e nella città storica, per le strutture alberghiere si elimina il vincolo di 60 posti letto massimi e si favorisce la conversione degli immobili che abbiano il 70% della struttura adibito ad attività di affittacamere o case vacanze in strutture alberghiere al fine di fornire una diversificazione dell’offerta di ricettività innalzandone la qualità.

Per quanto riguarda la Carta per la Qualità invece si prevede: la perimetrazione di 246 nuovi villini individuati di cui 113 nel Municipio Roma I Centro e 133 nel Municipio Roma II sui quali non sarà più possibile intervenire senza un preventivo assenso della Sovrintendenza Capitolina, l’aggiornamento di circa 1.000 elementi di Preesistenze archeologico-Monumentali di cui 91 eliminati e 170 nuovi inseriti, l’aggiornamento di elementi riconosciuti come “Edifici balneari storici con valore architettonico” ed “Edifici balneari con valore testimoniale”, sulla base del Piano di Utilizzazione degli Arenili: 13 elementi lavorati di cui 7 stralciati per favorire la rigenerazione degli stabilimenti, lo stralcio di oltre 300 immobili a seguito di istanze di parte, recepimento di trasformazioni urbanistiche, valutazioni congiunte con Sovrintendenza Capitolina che non possedevano caratteristiche da tutelare e che possono ora essere liberamente trasformati.