Prima la violenta rissa nella cella, poi uno dei detenuti si accascia a terra, senza vita. Il carcere di Velletri si è trasformato in un efferato teatro di violenza. Al culmine di una rissa tra due detenuti, compagni di cella, uno è morto. Il racconto di quanto accaduto arriva dai Sindacati di polizia penitenziaria che denunciano l’immobilismo davanti ai sintomi di squilibrio mentale di quel detenuto che si è rivelato, poi,  drammatico: il detenuto killer ha problemi psichici, aveva già aggredito un agente, ma da allora nulla è stato fatto.
“Quella di oggi è una tragedia annunciata” dice il Segretario Regionale dell’Unione Sindacati Polizia Penitenziatia (Uspp) Daniele Nicastrini che continua “Purtroppo, gestire soggetti con gravi disturbi psichiatrici dopo che nel 2013 si è proceduto alla chiusura degli OPG (Ospedali Psichiatrici Giudiziari, ndr) per il loro trattamento sostituiti dalle REMS (Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza, ndr), sono stati un fallimento totale della politica di quell’epoca, che non sembra suscitare alcun ripensamento nemmeno dalla politica attuale”.
Dal Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (Sappe), il segretario generale Donato Capece dice “Quanto accaduto deve far riflettere per individuare soluzioni a breve ed evitare che la polizia penitenziaria sia continuo bersaglio di situazioni di grave stress durante l’espletamento del proprio servizio. Il disagio mentale, dopo la chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari, è stato riversato nelle carceri”