Bartolo Bruzzaniti, arrestato nello scorso mese di giugno in Libano, è rientrato oggi in Italia. L’uomo, ritenuto uno dei principali broker del narcotraffico internazionale, capace di organizzare traffici tra il Sud America e l’Italia per oltre 2 tonnellate di cocaina al mese è giunto all’aeroporto di Ciampino scortato dal personale dell’Unità I-CAN del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia, insieme ai finanzieri dello S.C.I.C.O. e del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Reggio Calabria.
Il ricercato, lo ricordiamo, è stato consegnato a Beirut dalle Autorità libanesi, questi ultimi, d’intesa con la Polaria dello scalo romano, hanno provveduto a notificare il mandato di arresto spiccato nei suoi confronti, dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria.
Nel mese di ottobre dello scorso anno, nell’ambito dell’operazione “Tre Croci”, condotta dal G.I.C.O della Finanza di Reggio Calabria, Bruzzaniti si era sottratto all’esecuzione di una misura cautelare emessa nei confronti di 36 soggetti coinvolti in un traffico internazionale di sostanze stupefacenti aggravato dalla finalità di agevolare la ‘ndrangheta. In quell’occasione, tra l’altro, i finanzieri avevano sequestrato oltre 4 tonnellate di cocaina, sottraendo così alla criminalità organizzata calabrese, introiti stimati in 800 milioni di euro. Oggi si chiude il cerchio su tutti i 4 narcotrafficanti di livello mondiale oggetto di tale misura e nello specifico, si tratta di Raffaele Imperiale, Bruno Carbone e Antonio Bruzzaniti, fratello di Bartolo. Tutti e 4 sono stati raggiunti in questi mesi dal provvedimento cautelare spiccato dalla Direzione distrettuale antimafia reggina. Solo Bartolo Bruzzaniti “mancava all’appello” e oggi, appena giunto in Italia è stato tradotto nel carcere di Rebibbia. Bruzzaniti oltre che in quella di Reggio Calabria, è coinvolto anche in inchieste in materia di narcotraffico condotte dalle Procure Distrettuali di Milano, Genova e Napoli.
Il buon esito dell’operazione è dovuto soprattutto, alla proficua cooperazione internazionale di polizia posta in essere dai finanzieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria che, per il tramite del II Reparto del Comando Generale della Guardia di Finanza e con la collaborazione dello S.C.I.C.O., hanno coinvolto le più importanti Istituzioni ed Agenzie nazionali ed estere impegnate nel contrasto dei crimini transnazionali. In particolare, è stato fondamentale il supporto fornito in campo internazionale dal progetto I-CAN (Interpol Cooperation Against ‘Ndrangheta) – finanziato dal Dipartimento di Pubblica Sicurezza e finalizzato alla cattura dei latitanti italiani all’estero nonché a colpire gli interessi della ‘ndrangheta oltre confine.