I cittadini tornano in piazza del Campidoglio per ribadire un secco ‘no’ al biodigestore di Casal Selce, nella periferia a ovest della Capitale. Insieme ai cittadini e ai comitati, nella protesta è arrivato anche il supporto del dirigente regionale Daniele Giannini e della coordinatrice Lega nel Municipio XIII Agnese Stefanoni.
L’azienda comunale dei rifiuti di Roma, Ama, ha fatto sapere che la società Invitalia ha chiuso le gare per la realizzazione di due biodigestori, quello di Casal Selce e a Cesano. Gli impianti trasformeranno i rifiuti organici in biogas che può essere utilizzato per alimentari alcuni tipi di motore. Per i residenti, tutto questo si traduce in odori nauseanti e forti che si diffonderanno in tutta l’area, infatti, gli impianti sono pensati per trattare circa 200mila tonnellate di rifiuti l’anno. Negli ultimi anni sono state numerosissime le proteste dei comitati di quartiere e dei cittadini, ma l’iter del Campidoglio va avanti. Anzi, il Sindaco Gualtieri ha ribadito che gli impianti saranno pronti entro il 2026.
“La manifestazione di ieri è stata un’ulteriore occasione per esprimere un ennesimo no verso un progetto che rischia di avere gravi ripercussioni sull’ambiente, sulla salute e sulla qualità della vita dei residenti. Questo impianto – spiegano l Daniele Giannini e Agnese Stefanoni – rappresenta una minaccia concreta per la nostra comunità, oggi rappresentata qui da decine di ‘inascoltati’. Non possiamo permettere che un’opera di tali dimensioni venga realizzata senza un’adeguata considerazione delle conseguenze ambientali e sanitarie, abbiamo sempre detto di essere favorevoli a mini impianti a misura d’uomo, uno per ogni Municipio. Siamo qui oggi per far sentire la nostra voce e chiedere un ripensamento immediato da parte dell’amministrazione di Roma Capitale a guida PD. Continueremo a lottare ancora, con determinazione, per proteggere il nostro territorio. La salute e il benessere dei cittadini devono essere la priorità assoluta, contro queste prevaricazioni e sopraffazioni ottenute, come sempre – concludono Giannini e Stefanoni – senza il confronto con la popolazione residente”.