Si conclude nel peggiore dei modi l’avventura della Nazionale italiana ad Euro 2024. Le fievolissime speranze di ripetere l’impresa del 2021, con il trionfo azzurro a Wembley, sono naufragate rispetto ad una realtà dei fatti poco prevedibile anche dai più pessimisti. Nella cornice dell’Olympiastadion di Berlino, dove diciotto anni fa l’Italia conquistava il suo quarto e ultimo titolo mondiale, si è invece consumato il triste spettacolo di una squadra in balia quasi completa degli avversari. La Svizzera, vista da molti con favore alla vigilia, per assicurarsi senza troppa fatica il passaggio del turno, si è rivelata nettamente migliore sotto ogni aspetto. Un miracolo elvetico, le cui premesse per la verità si erano già viste nella fase a gironi, che rappresenta una durissima lezione per l’Italia. Il 2-0 subito è il risultato finale di un match che non ammette giudizi favorevoli: ne esce ridimensionato il valore del gruppo costruito da Luciano Spalletti, finendo lui stesso sul banco degli imputati della disfatta europea.

Dopo un girone superato con non poca sofferenza, strappando il pareggio decisivo con la Croazia al 98′ grazie al gol di Zaccagni, si pensava ad una svolta e a crescere di partita in partita, sulle ali dell’entusiasmo, contando anche su una parte di tabellone che lasciava ben sperare. Nel tardo pomeriggio di Berlino, la Svizzera di Yakin è abile ad insinuarsi con agilità nelle tante debolezze mostrate dagli azzurri, schierati in campo con un 4-3-3 e le tre novità di Mancini, El Shaarawy e Fagioli. Il primo tempo ricorda la copia del malaugurato match “non giocato” con la Spagna e inevitabile arriva il vantaggio di Remo Freuler, che colpisce con inserimento fulmineo in area a otto minuti dall’intervallo. Terribile l’avvio di ripresa, l’Italia perde il pallone e Vargas raddoppia con una traiettoria a giro dal limite dell’area. La Svizzera rischia un clamoroso autogol, ma il palo salva Sommer. Zaccagni, subentrato per El Shaarawy, fornisce di spizzata un goloso assist a Scamacca, che fallisce a due passi. Nemmeno l’ingresso di Retegui cambia di molto le cose. Tra la sorte avversa e una forte confusione tattica l’avvicinamento al triplice fischio è una lenta agonia, ritratto di un finale inglorioso. A festeggiare con ampio merito è la Svizzera, per l’Italia solo le contestazioni dei tifosi, le scuse di Donnarumma e la necessaria apertura di una profonda riflessione di sistema con conseguenze ancora tutte da vedere.