Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa di Giacomo Castro esponente politico di Valore Civico per Pomezia.

‘Il lupo perde il pelo ma non il vizio’. Potrebbe essere così riassunto quanto sta avvenendo relativamente alla vicenda inerente l’acquisto, ad opera dell’amministrazione comunale di Pomezia, dell’immobile sostitutivo ove trasferire temporaneamente le 42 classi dell’istituto “Marone” di via della Tecnica, che sarà interessato a breve da importanti lavori di adeguamento sismico, finanziati con fondi europei PNRR: l’amministrazione Felici, dopo il disastro del fallito acquisto del “Rudere” di via dei Castelli Romani, ci riprova, puntando stavolta all’acquisto del secondo e del terzo piano dello stabile ubicato al bivio di Pomezia, noto a tutti in quanto storica sede, nei decenni passati, della nota catena di supermercati ex “Standa”.

Il disastro amministrativo del primo tentativo di acquisto. I cittadini ricorderanno che questa vicenda, come anticipato, ha avuto un prologo nel tentativo di acquisto di un primo immobile – il famigerato “Rudere” di via Castelli Romani – che si era risolto lo scorso 4 aprile in un naufragio amministrativo; con il Sindaco di Pomezia, Veronica Felici, costretta a fare dietro front e a dichiarare l’interruzione della procedura di acquisto avviata nell’ottobre 2023, a causa del mancato ottenimento della necessaria fidejussione ad opera della società venditrice.

Quella del “Rudere” è stata una procedura molto travagliata che ha tenuto, per sette mesi, i settecento studenti della “Marone” e le loro famiglie al centro di un vespaio di polemiche per via delle precarie condizioni dell’immobile individuato, inerenti soprattutto la sicurezza degli spazi e le incertezze attinenti i tempi di consegna dell’edificio riqualificato e gli altissimi costi a carico delle casse comunali.

Il secondo capitolo della saga “Rudere si, Rudere no”. Ebbene la nuova soluzione, identificata dall’amministrazione comunale di Pomezia dopo la pubblicazione – avvenuta lo scorso 10 aprile – del nuovo avviso pubblico (teso proprio al reperimento di un immobile da destinare a sede provvisoria dell’istituto “Marone”), sembra però, non aver appreso nulla dalla chiusura precipitosa della prima procedura di acquisto: anche questa soluzione vede, infatti, oneri e rischi a carico dei giovani studenti a fronte di una spesa estremamente rilevante, pari a circa 5 milioni di euro (da corrispondere previa accensione di un mutuo trentennale con Cassa Depositi e Prestiti).

Tutte le criticità, fra le quali l’enorme esborso economico e i perduranti e seri rischi per la didattica e gli studenti, sono state evidenziate nell’assise del Consiglio comunale di mercoledì 26 giugno scorso ma hanno trovato la maggioranza del Sindaco Felici sorda ad ogni confronto. L’acquisto è stato alla fine ratificato dal Consiglio comunale nonostante l’aspro confronto e l’assenza dei consiglieri della Lega che hanno proprio disertato l’assise nonostante l’importanza del punto trattato. Semplicemente inqualificabile.

Prima criticità, i vulnus relativi alla sicurezza. Gli spazi che il comune si accinge ad acquistare, infatti, rientrano in un immobile, le cui strutture sono state edificate nel lontano 1969 e non risultano in linea con le attuali prescrizioni antisismiche relative agli edifici scolastici (peraltro in mancanza – a quanto è dato di saperne – della verifica di vulnerabilità sismica imposta della normativa del 2003), strutture peraltro condivise con gli spazi commerciali al piano interrato e al piano terra ed una palestra al primo piano.

Seconda criticità, i tempi strettissimi per la realizzazione degli spazi scolastici. Le 42 classi, infatti, dovranno lasciare il plesso di via della Tecnica fra soli due mesi, ovvero all’inizio del prossimo anno scolastico a settembre, e gli spazi che il Comune prevede di acquistare dovranno essere interamente ripensati e convertiti per quella data direttamente dal venditore. Così come per il “Rudere” di via dei Castelli Romani, come si può pensare di realizzare efficientemente gli idonei spazi scolastici per circa 42 aule, in soli due mesi? Ma non si impara proprio nulla dalle recenti vicende?

Terza criticità, la perizia economica redatta dall’ufficio comunale circa il valore dell’immobile che – come nella soluzione primariamente identificata – appare gonfiata rispetto ai parametri utilizzati e al valore di mercato, da corrispondere con fondi interamente comunali.

Il nuovo salto nel buio.La narrazione utilizzata dall’amministrazione comunale, infatti, prevede che l’acquisizione dell’immobile sia perseguita dal Comune allo scopo di offrire una “soluzione più confortevole seppur temporanea per lo svolgimento dell’attività didattica“, peccato però, che le serie criticità evidenziate rischino di aggravare proprio quell’attività didattica che si vorrebbe semplificare, così come rischino di riverberarsi in maniera negativa sulle casse già esangui dell’ente locale e della collettività…a vantaggio dell’interesse privato di pochi.