La Lazio demolisce il Nizza. Finisce 4-1 per i biancocelesti contro i transalpini. Partita semplicemente sontuosa per Castellanos. Dopo due traverse iniziali per la squadra di casa, ed un super goal da parte di Pedro a sbloccare la partita, sale in cattedra il “Taty”. Con due marcature ed un rigore procurato – poi trasformato da Zaccagni -, l’attaccante argentino è nettamente il migliore in campo. Sul due a zero per la Lazio, inutile il goal della bandiera, per il Nizza, da parte di Boga, vecchia conoscenza del calcio italiano. Ma è tutta la Lazio a giocare a memoria. Lo spartito messo in scena dall’allenatore Baroni, per la seconda giornata di Europa League, prevede un ampio turn-over. Il pentagramma, però, recita una sinfonia ugualmente sontuosa se paragonata a quella del campionato. Il significato risiede nell’accoglimento, da parte di tutta la squadra, in merito alle direttive del Mister. Gioco in verticale, rapidi passaggi filtranti, pallino del gioco sempre in pugno, corsa, tecnica e fisicità. La banda Baroni vince e convince. Alcuni, per la verità, paragonano la Lazio attuale a quella di Zeman degli anni novanta. Di per se, già riecheggiare “Zemanlandia”, dopo solo otto partite tra campionato ed Europa League, è una medaglia. E pensare che durante la preparazione estiva, di voci scettiche ne giravano eccome. Su tutti. Sul Mister, a detta di molti inadeguato ad allenare in una grande piazza. Sui giocatori, acquistati, secondo le male lingue, solo da squadre in fascia non elevata. E per giunta da società non propriamente invise al Presidente. Su di lui, e sulle critiche rivoltegli in maniera infondata da quando prese la società, ormai più di venti anni orsono, potremmo descrivere un’odissea personale. Ma la realtà dei fatti è sotto gli occhi di tutti. Non staremo qui, adesso, a fare un’apologia del nuovo corso biancoceleste. Ci permetteremo, chissà, in futuro, con onestà intellettuale, a fare delle libere analisi al di fuori delle singole partite. Per il momento, la Lazio demolisce il Nizza; quindi, godiamoci i continui progressi di questa squadra giovane e volenterosa. Le vittorie ti fanno bello, biondo e con gli occhi azzurri; avrebbe detto un grande allenatore del recente passato della Lazio. Qualche pessimista aprioristico, piano piano, dovrebbe cominciare a fare un po’ di autocritica. Che è spesso un ottimo esercizio di miglioramento.

Roberto Incanti