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Era latitante dal 2018, ma le indagini dei militari della Guardia di Finanza, sono arrivate fino agli Emirati Arabi Uniti. La donna era finita sotto indagine per reati tributari e riciclaggio a seguito di un maxi sequestro del 2017. Dopo la fuga in medio-oriente, era stata inserita nell’elenco dei 100 latitanti pericolosi.

I Finanzieri del Comando Provinciale di Roma, con il supporto del Comando Generale – II Reparto della Guardia
di finanza, del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia e dell’Esperto per la Sicurezza della Direzione Centrale della Polizia Criminale di stanza negli Emirati Arabi Uniti, hanno eseguito l’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti del soggetto inserito nell’elenco dei 100 latitanti pericolosi e allo stato indiziato di reati associativi finalizzati al riciclaggio nonché a delitti tributari.
La latitante, estradata in Italia dopo la sua individuazione negli Emirati Arabi per effetto del monitoraggio operato dagli specialisti della Guardia di finanza, è stata presa in consegna dalla Polizia di Frontiera di Fiumicino e dai finanzieri capitolini per la successiva traduzione presso la casa Circondariale “Rebibbia” di Roma.
Il provvedimento in esecuzione era stato emesso a seguito di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Roma, in ragione delle quali, nel 2017, il Nucleo di polizia economico finanziaria aveva sottoposto a sequestro beni mobili e immobili, partecipazioni e numerose società, per un valore complessivo di oltre 40 milioni di euro nei confronti di un noto faccendiere romano. Quest’ultimo, con centro di interessi economici nel territorio italiano, era dedito al trasferimento fraudolento di valori anche mediante operazioni di riciclaggio internazionale.
Successivamente, nel 2018 il Tribunale di Roma aveva emesso ordinanza di applicazione di misure cautelari personali nei confronti, tra gli altri, della latitante tratta oggi in arresto, convivente del faccendiere, la quale si rendeva irreperibile.
L’attività di servizio è il frutto del costante presidio offerto dal Corpo, in sinergia con l’Autorità giudiziaria, a contrasto dell’evasione fiscale e dei fenomeni di riciclaggio, che costituiscono grave ostacolo allo sviluppo economico e rappresentano un freno alle prospettive di ripresa e rilancio dell’economia nazionale.
I provvedimenti sono stati emessi nell’ambito della fase delle indagini preliminari, allo stato delle attuali acquisizioni probatorie e, in attesa di giudizio definitivo, sussiste la presunzione di non colpevolezza.