Una Giorgia Meloni tenace e emozionata ha pronunciato il suo primo discorso da presidente del Consiglio nell’aula di Montecitorio. In totale quasi un’ora e mezza in cui il neo-Premier ha toccato tutti i temi dell’agenda politica del Governo che guida e che ritiene fondamentali per far cambiare passo all’Italia. Alla camera si è parlato anche di flat tax e pace fiscale – temi cari alla Lega di Matteo Salvini – cosi come si è parlato di morti sul lavoro, presidenzialismo, sud, mare e sovranità alimentare, tra i tanti.
Ovviamente prima di disquisire i vari obiettivi dell’azione dell’esecutivo, Giorgia Meloni, ha detto: “Sono la prima donna incaricata come premier, provengo da un’area culturale che è stata spesso confinata ai margini della Repubblica, e non sono certo arrivata fin qui fra le braccia di un contesto familiare e di amicizie influenti. Rappresento ciò che gli inglesi chiamerebbero l’underdog. Lo sfavorito, che per affermarsi deve stravolgere tutti i pronostici. Intendo farlo ancora, stravolgere i pronostici, con l’aiuto di una valida squadra di ministri, con la fiducia e il lavoro di chi voterà favorevolmente, e con gli spunti che arriveranno dalle critiche di coloro che voteranno contro”. Ha esordito cosi il neo-premier che ha proseguito: “Un ringraziamento sincero va al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che nel dare seguito all’indicazione degli italiani non mi ha fatto mancare i suoi preziosi consigli, ha detto Meloni intervenendo alla Camera. ‘La situazione dell’Italia non consente di perdere tempo. E’ una grande responsabilità per chi quella fiducia deve concederla o negarla. E’ un momento fondamentale della nostra democrazia a cui non dobbiamo assuefarci. Grazie a chi vorrà esprimersi, qualunque sia la scelta che farà. Voglio ringraziare anche il mio predecessore, il presidente Mario Draghi che, tanto a livello nazionale quanto a livello internazionale ha in queste settimane offerto tutta la sua disponibilità perché vi fosse un passaggio di consegne veloce e sereno. Anche se il nuovo governo, per ironia della sorte, è guidato dall’unico partito all’opposizione del suo governo. Si è molto ricamato su questo ma non c’è nulla di strano, così dovrebbe essere sempre, così dovrebbe essere nelle grandi democrazie. Il mio ringraziamento, il più sentito, va al popolo italiano, a chi ha deciso di non mancare l’appuntamento elettorale e ha espresso il proprio voto” nel “processo democratico che vuole nel popolo e solo nel popolo la sovranità”, ha detto ancora Meloni nel suo discorso. Un ringraziamento va ai partiti della coalizione di governo, ai miei Fratelli d’Italia, alla Lega a Forza Italia, a Noi moderati ai loro leader, a quel centrodestra che” dopo avere vinto le elezioni ha dato “vita a governo in uno dei lassi di tempo più brevi della storia”.
Giorgia Meloni ha poi aggiunto: “E’ una grande responsabilità per il governo e per chi quella fiducia deve concederla o negarla. E’ un momento fondamentale della nostra democrazia a cui non dobbiamo assuefarci. Grazie a chi vorrà esprimersi, qualunque sia la scelta che farà. Tra i tanti pesi che oggi sento gravare sulle mie spalle oggi” c’è quello di essere “la prima donna capo del governo di questa nazione. Quando mi soffermo sulla portata di questo fatto” sento “la responsabilità che ho nei confronti che di tutte quelle donne che attraversano difficoltà per affermare il loro talento”, ha detto ancora la premier. Meloni ha ricordato anche quelle donne che “hanno costruito quella scala che oggi permette a me di rompere il tetto di cristallo”.
Passata la fase iniziale in cui come detto, Giorgia Meloni si è soffermata a ringraziare il presidente Mattarella e l’ex presidente del consiglio Draghi e gli italiani, oltre che i partiti, il discorso è entrato nel merito delle cose che il Governo intende portare a termine per il bene dell’Italia e degli italiani. Si parte dal Pnrr che lo stesso Premier vede come un’opportunità straordinaria da portare a termine e poi si arriva al presidenzialismo, definito come una riforma che garantisca e restituisca “centralità alla sovranità popolare”. Questo per dare all’Italia “un sistema istituzionale nel quale chi vince governa per cinque anni e alla fine viene giudicato dagli elettori per quello che è riuscito a fare”.
Il discorso si è spostato poi sul Sud e il premier si è detto convinto del fatto che il Meridione possa essere visto come un’occasione di sviluppo per tutta la nazione e non più come un problema. Dopo aver espresso il proprio cordoglio pèer le vittime dell’alluvione che ha colpito le Marche lo scorso Settembre e aver parlato di transizione digitale, il discorso di Giorgia Meloni si è spostato sul patto fiscale, il lavoro e la scuola. A proposito del primo è stato detto: “Dovrà nascere unnuovo patto fiscale, che poggerà su tre pilastri Il primo: ridurre la pressione fiscale su imprese e famiglie attraverso una riforma all’insegna dell’equità: riforma dell’Irpef con progressiva introduzione del quoziente familiare ed estensione della tassa piatta per le partite Iva dagli attuali 65 mila euro a 100 mila euro di fatturato. E, accanto a questa, introduzione della tassa piatta sull’incremento di reddito rispetto al massimo raggiunto nel triennio precedente: una misura virtuosa, con limitato impatto per le casse dello Stato. Il secondo punto del patto fiscale sarà “una tregua fiscale per consentire a cittadini e imprese (in particolare alle PMI) in difficoltà di regolarizzare la propria posizione con il fisco. Il terzo punto del patto fiscale sarà “una serrata lotta all’evasione fiscale (a partire da evasori totali, grandi imprese e grandi frodi sull’Iva)” che deve essere “vera lotta all”evasione non caccia al gettito”, e sarà “accompagnata da una modifica dei criteri di valutazione dei risultati dell’Agenzia delle Entrate, che vogliamo ancorare agli importi effettivamente incassati e non alle semplici contestazioni, come incredibilmente avvenuto finora”.
Poi un accenno al fatto di non aver mai avuto simpatie per il fascismo: “Libertà e democrazia sono gli elementi distintivi della civiltà europea contemporanea nei quali da sempre mi riconosco” – ha detto il premier che ha proseguito – “A dispetto di quello che strumentalmente si è sostenuto, non ho mai provato simpatia o vicinanza nei confronti dei regimi antidemocratici. Per nessun regime, fascismo compreso”.
Giorgia Meloni, ha chiuso il suo discorso parlando di lotta alla mafia, Covid e immigrazione e su quest’ultimo punto Meloni ha detto: “Forse la più importante” cosa da fare sul fronte delle migrazioni è “rimuovere le cause che portano i migranti, soprattutto i più giovani, ad abbandonare la propria terra, le proprie radici culturali, la propria famiglia per cercare una vita migliore in Europa. Il prossimo 27 ottobre ricorrerà il sessantesimo anniversario della morte di Enrico Mattei, un grande italiano”. “Ecco, credo che l’Italia debba farsi promotrice di un “piano Mattei” per l’Africa, un modello virtuoso di collaborazione e di crescita tra Ue e nazioni africane. Perché non intendiamo in alcun modo mettere in discussione il diritto d’asilo per chi fugge da guerre e persecuzioni. Tutto quello che vogliamo fare in rapporto a tema immigrazione è impedire che la selezione di ingresso in Italia la facciano gli scafisti”.