Indagati Giuseppe Conte, presidente del Consiglio dal 2018 al 2021, Roberto Speranza, Ministro della Salute dal 2019 al 2022, Attilio Fontana, presidente della Regione Lombardia riconfermato all’ultima tornata elettorale, e Giulio Gallera, assessore al Welfare della precedente giunta Fontana, oltre che a tanti altri dirigenti del ministero della salute tra cui il presidente dell’Istituto superiore di sanità Silvio Brusaferro, il coordinatore del primo Comitato tecnico scientifico Agostino Miozzo, l’ex capo della Protezione Civile Angelo Borrelli e il presidente del Consiglio superiore di Sanità Franco Locatelli.
Tutti sono nomi chiave nella più ampia indagine sulla gestione della prima ondata di Covid-19, quella “ufficialmente” iniziata l’8 marzo del 2020 con la decisione del lockdown dal Consiglio dei Ministri del Governo Conte 1.
A tre anni da quei fatti rimasti impressi nella memoria di tutta Italia, la Procura di Bergamo ha chiuso l’indagine sulla gestione del virus alla sua prima diffusione in Italia. La Guardia di Finanza ha avviato le notifiche degli avvisi conclusivi per i reati di epidemia colposa aggravata, omicidio colposo plurimo, rifiuto di atti di ufficio gli indagati, che sono in totale venti. L’inchiesta, condotta da un pool di magistrati guidati dal procuratore aggiunto Maria Cristina Rota e dagli investigatori della Guardia di finanza, riguarda tra l’altro il mancato aggiornamento e la mancata attuazione dei piani pandemici a livello nazionale e regionale, ma anche la rinuncia a istituire alla fine di febbraio 2020 la zona rossa nei Comuni di Alzano Lombardo e Nembro.
Tra questi si legge il nome dell’ex capo del Governo, oggi deputato e presidente del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte che dovrà rispondere di epidemia colposa aggravata e omicidio colposo plurimo, mentre al suo Ministro alla Salute, Roberto Speranza i pm contestano le accuse di epidemia colposa aggravata, omicidio colposo plurimo e rifiuto di atti di ufficio.
Speranza dovrà ora trasmettere gli atti al Tribunale dei ministri per chiarire la sua posizione.
E’ lo stesso procuratore di Bergamo, Antonio Chiappini, a spiegare il complesso quadro delle indagini che “hanno accertato gravi omissioni nella valutazione dei rischi pandemici e nella gestione della prima fase della pandemia che cagionò oltre tremila vittime”.
Intanto, il leader 5 stelle rassicura: “Apprendo notizie riguardanti l’inchiesta di Bergamo – come si legge in una nota stampa diffusa – anticipo subito la mia massima disponibilità e collaborazione con la magistratura. Sono tranquillo di fronte al Paese e ai cittadini italiani per aver operato con il massimo impegno e con pieno senso di responsabilità durante uno dei momenti più duri vissuti dalla nostra Repubblica”.