Mentre in Europa si continua a discutere e rimandare il blocco delle auto a combustione entro il 2035 preferendo una mobilità full electric, l’agenzia Bloomberg pubblica un articolo dal titolo apocalittico: “Meno dell’1% della Terra ha livelli accettabili di inquinamento”.

Un nuovo studio pubblicato su Lancet Planetary Health rivela che circa il 99,82% della superficie terrestre globale è esposta a livelli di particolato 2,5 (PM 2,5), quelle minuscole particelle nell’aria che, secondo molti medici, sono responsabili di molti casi di cancro ai polmoni e a malattie cardiache. Un livello inaccettabile per l’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms), la media rivelata dall’ultimo studio ne è ben al di sopra. A conti fatti, solo lo 0,001% della popolazione mondiale respira aria considerata accettabile.

Le zone del mondo dove si soffre di più la concentrazione di particolato sono l’Asia sudorientale: quei territori della Cina più densamente popolati e più industrializzati, il Bangladesh e l’India paese che stanno competendo per fare concorrenza alla Cina e diventare primi partner commerciali con l’occidente; livelli allarmanti anche in l’Africa settentrionale e sub-sahariana, anche qui troviamo la Nigeria nazione tra i più popolosi al mondo e con una industrializzazione galoppante.

Ma l’Italia? Il bel paese come il resto d’Europa non soffrono livelli di criticità paragonabili ai paesi sopra citati, ma anche qui i numeri non sono del tutto rassicuranti. I livelli di esposizione al particolato in Europa, come in America Latina e Nuova Zelanda sono calati nel giro di due decadi grazie alle misure messe in campo dai governi nazionali. Ma con una media tra i 40 e i 10 milligrammi per metro cubo di particolato, l’attenzione sull’aria che tira in Europa è da tenere sotto controllo.

Lo studio pubblicato dalla rivista americana non deve far dimenticare il pericolo, oramai incombente, che il pianeta Terra sta vivendo. Con una percentuale così alta di aria inquinata l’impatto negativo va a ricadere in primis sulla nostra salute anche attraverso i prodotti che mangiamo.
Allora, per chiudere il cerchio. Che fare con queste auto elettriche? Possono fare la differenza? Secondo lo studio proposto, assolutamente sì, e questa differenza bisogna farla. I numeri gravosi che vengono attribuiti all’Italia vanno ricercati in un utilizzo smisurato e fuori controllo delle auto private. Troppe macchine sulle nostre strade, soprattutto nelle grandi città, rimanendo imbottigliate in un traffico insostenibile che apre ad una spirale di smog.

Mentre in Commissione Europea lobbisti dell’industria automobilista, emirati che hanno intenzione di continuare a vendere petrolio, politici populisti continuano a tirarsi la giacchetta per procrastinare una scelta importante per la salute del nostro pianeta, noi ci auguriamo che chi ha respira quello 0,001% di aria incontaminata si goda questa fortuna, perché noi non potremmo mai farlo: come ci hanno insegnato i ragazzi di Friday For Future è troppo tardi per tornare indietro, ma possiamo ancora cambiare rotta e non distruggere il solo pianeta che abbiamo.