“Il 2022 è stato migliore delle previsioni, nel 2023 si cresce, ma con lentezza” questa la sintesi che racchiude perfettamente l’andamento delle piccole e medie imprese laziali, calcando la tendenza delle imprese di tutta Italia in questi primi mesi dell’anno. Ad esporre ed articolare tale sintesi, Luciano Mocci, direttore generale di Federlazio che l’11 maggio ha presentato i risultati di un lungo lavoro di analisi e osservazione dell’andamento delle imprese.
Un’occasione, nella meravigliosa cornice della camera di commercio di Roma, per lanciare un messaggio di piena intesa e collaborazione tra PMI e istituzioni. A ribadire tale necessità insieme a Mocci, Il presidente della Camera di Commercio di Roma, Lorenzo Tagliavanti, Monica Lucarelli, assessora alle Attività produttive e Pari Opportunità di Roma Capitale, Roberta Angelilli, vicepresidente della Regione Lazio con delega all’artigianato, al commercio, sviluppo economico e internazionalizzazione, Massimiliano Bolis, della divisione analisi e ricerca economica della Banca d’Italia. Assente fisicamente Silvio Rossignoni, presidente Federlazio, che ha partecipato con un video messaggio che racchiude la grande spinta ottimistica che stanno vivendo le imprese guardando al Pnrr, ai grandi investimenti in arrivo per il giubileo 2025, e alla voglia di mettersi in gioco per affrontare le sfide del futuro e lasciarsi alle spalle la pandemia, la crisi energetica dettata dalla guerra in Ucraina, l’inflazione ai livelli più alti dagli ’80.

Le imprese ci stanno riuscendo. Come Tagliavanti ha citato De Gasperi “bisogna scendere dal carretto e spingere”. I dati di questo 2023 sono tutti, o quasi, al positivo sintomo di una grande voglia di ripresa. Il presidente del Consiglio democristiano usò queste parole indicando la ricostruzione dopo la seconda guerra mondiale, oggi il presidente della Camera di Commercio di Roma le usa per indicare la ricostruzione del tessuto economico imprenditoriale che ha resistito alla pandemia, con i vari lockdown e chiusure, al caro energia, conseguenza della drammatica invasione dell’Ucraina, all’inflazione che è volata oltre il 12%, percentuali mai così alte dagli anni ’80, e alle difficoltà di reperire materie prime e manodopera specializzata. Insomma , come ha sottolineato Tagliavanti: “Con tutte queste difficoltà le imprese laziali sarebbero dovute sparire, invece oggi stiamo parlando di investimenti e dati in positivo”.

I dati infatti confermano le tendenze in crescita del 2022 anche nei primi mesi del 2023. Il Pil è cresciuto del 3,8%. Bene l’export delle Made in Lazio che sale al 20%, ma l’aumento dei costi di energia e materie prime che fa perdere al mercato oltre 30 miliardi. Il dato più ottimista e positivo resta la crescita dei contratti a tempo determinato, dimostrazione della voglia di rimboccarsi le maniche e della stabilità delle imprese che puntano a tenersi stretti i dipendenti altamente specializzati, scarsi sul mercato, in settori fortemente in crescita. Per i prossimi mesi del 2023 il 23,1% delle PMI laziali prevede l’incremento del personale. C’è una considerazione negativa da fare sul tema occupazione: manca manodopera altamente specializzata. I giovani si specializzano per settori che al momento sono saturi, mentre molte imprese in altri settori denunciano la mancanza di personale con competenze specifiche, sintomo di un andamento che, entro i prossimi anni, metterà in seria difficoltà il mercato e il cambio generazione delle aziende. E’ stata ovviamente trovata una soluzione e punto di incontro: aumentare il dialogo con le università e gli istituti di ricerca.
Dopo questo incontro tra Federlazio, Camera di Commercio e Istituzioni tutto è pronto con maggiore consapevolezza delle proprie forze per affrontare 5 grandi sfide: le scadenze del PNRR, il giubileo 2025, il programma di bilancio 2021/2027, Roma expo 2030 e il giubileo straordinario 2033.