Si tiene oggi la Giornata Nazionale del Malato Oncologico che rappresenta il cuore dell’attività della FAVO ed è dedicata al malato, agli ex malati, ai sopravvissuti al cancro e tutti coloro che hanno vissuto da vicino la malattia, condividendone gli stati d’animo. Per l’occasione anche il Presidente della Regione Lazio Francesco Rocca ha espresso un suo pensiero: “I progressi medico–scientifici di questi anni permettono ai malati oncologici una maggiore possibilità di guarire e un’elevata aspettativa di vita ma, allo stesso tempo, i pazienti si ritrovano a convivere con disabilità temporanee o invalidanti che incidono sulla qualità della vita. In Italia 3 milioni di persone vivono con una diagnosi oncologica, che segna l’inizio di viaggi, visite, esami e terapie.
A questi si aggiungono i circa 4 milioni di caregiver, ovvero coloro che si occupano del sostegno ai pazienti. Si tratta, il più delle volte, di familiari e di persone che condividono il dolore, la sofferenza, ma anche la speranza che attraversano il corpo e l’anima dei malati. Nel Lazio, ogni anno, vengono diagnosticati 35.000 nuovi casi di tumore, rappresentando la seconda causa di mortalità dopo le malattie cardiovascolari.  Stiamo ascoltando – prosegue il Governatore –  e coinvolgendo tutti gli operatori del settore per un approccio terapeutico sempre più multidisciplinare: occorre aumentare e potenziare gli screening di prevenzione che, complici gli anni della pandemia, hanno registrato livelli inaccettabili.  Implementeremo, come suggeriscono da anni gli esperti, la rete oncologica regionale, migliorando le relazioni fra ospedale e sanità territoriale.  Torneremo a investire in personale, qualità delle competenze, innovazione e ricerca scientifica. Il Lazio ha numerose eccellenze che devono essere nella condizione di lavorare nel miglior modo possibile. Il recente successo chirurgico al S. Andrea lo dimostra: possiamo fare la differenza a livello non solo nazionale ma anche internazionale. I malati oncologici reclamano diritti – ha concluso Rocca – alle migliori cure possibili, all’assistenza familiare, lavorativa e sociale. Si tratta di una sfida fondamentale per la salute pubblica e per la dignità di milioni di donne e uomini che combattono, quotidianamente, per la vita”.