L’obbiettivo per la ministra del Turismo, Daniela Santanchè, è “fronteggiare il rischio di un turismo sovradimensionato rispetto alle potenzialità ricettive locali” per questo “entro i primi di giugno vorrei presentare una proposta di legge sugli affitti brevi”. Il disegno di legge è arrivato dal Ministero di via di Villa Ada, ma i primi ad esserne scontenti sono proprio chi avevano chiesto al governo una stratta sulle locazioni brevi selvagge e le strutture ricettive abusive.

“Per Federalberghi Roma la presentazione del disegno di legge sulle locazioni turistiche e gli affitti brevi risulta inefficace ai fini di contrastare concretamente il problema della concorrenza sleale e dell’abusivismo nel nostro mercato ricettivo – si legge nella nota dell’associazione di categoria – sono necessarie norme e sanzioni più decise e cogenti e la restituzione alle amministrazioni locali della possibilità di ricostruire ad hoc un sistema equo e trasparente sul proprio territorio di competenza”.

Per il Presidente di Federalberghi Roma Giuseppe Roscioli “la proposta di legge deve purtroppo, allo stato, considerarsi molto deludente: imporre soggiorni non inferiori a 2 notti alle locazioni brevi non impatta in alcun modo sul problema della lealtà della concorrenza: in un Paese in cui la permanenza media negli esercizi ricettivi è di 3,3 notti suona anzi quasi come una beffa per chi esercita attività imprenditoriale secondo le regole. Anche le multe proposte non costituiscono in questi termini un serio deterrente. In una città come Roma, che sta subendo da anni un’impressionante desertificazione del proprio centro storico e non solo, servono subito norme in grado di restituire ai cittadini e agli studenti fuori sede un’equa disponibilità degli alloggi. Con grandi eventi come la Ryder Cup ed il Giubileo alle porte c’è urgente bisogno di definire regole ad hoc per governare le specificità e gestire un’ondata di flussi che si prevede straordinaria, anche in considerazione del deficit di ritardo di una simile regolamentazione che già paghiamo rispetto a tante altre grandi capitali europee e mondiali che, a differenza nostra, hanno già stabilito regole effettivamente stringenti ed idonee ad arginare il fenomeno”.