Iran, ragazza romana arrestata a Teheran. L’ultima chiamata al
padre per chiedere aiuto

Sono ore di grande apprensione per le sorti di Alessia Piperno,
di cui non si hanno più notizie dallo scorso 28 settembre,
giorno del suo trentesimo compleanno. La ragazza di origine
romane si trovava in viaggio in Iran, durante una delle sue
tante mete da viaggiatrice solitaria, una vera e propria
vocazione trasformata nella professione di travel blogger, che
l’ha portata a visitare dall’età di 24 anni diversi angoli del
pianeta in cerca di avventura. La coincidenza sfortunata per
Alessia è stata questa volta di trovarsi nel bel mezzo di una
delle più grandi ondate di protesta in Iran degli ultimi anni,
scaturite in tutto il Paese a seguito della morte dell’attivista
Mahsa Amini, diventata il simbolo femminile del riscatto di
un’ampia parte di popolazione di fronte all’autoritarismo
religioso del regime di Teheran.

Con tono disperato, dopo 4 giorni di completo silenzio, arriva
la chiamata per chiedere aiuto al padre Alberto, al quale
comunica di trovarsi in prigione insieme ad un gruppo di altri
compagni arrestati mentre festeggiavano il suo compleanno.
Da qui l’appello lanciato su Facebook dal papà di Alessia, poi
eliminato, che è stato ricondiviso da decine di utenti,
portandolo all’attenzione del Ministero degli Esteri, che fa
sapere di lavorare sul caso, dialogando con la famiglia
attraverso l’Unità di Crisi attivata per l’occasione.

Nell’ultimo post pubblicato su Instagram, l’intenzione di
tornare in Pakistan per ricostruire un villaggio devastato dalla
recente alluvione. In interventi precedenti l’accenno alle
proteste in corso in Iran, ma non è confermata la correlazione
tra l’arresto e una sua eventuale partecipazione diretta alle
manifestazioni.