Alla vigilia del match di Europa League contro la squadra spagnola, il tecnico dei giallorossi ha risposto alle domande dei cronisti presenti nella sala stampa del Centro Sportivo di Trigoria.

Le domande dei giornalisti presenti hanno spaziato su vari temi che vanno dall’assetto tattico della squadra, alla forza degli avversari, fino ad arrivare al record di vittorie che centrerebbe lo stesso Mourinho in caso di vittoria. Infatti con successo sugli spagnoli lo Special One toccherebbe le 107 partite vinte in carriera in tutte le competizioni europee. Cosa mai riuscita a nessun altro allenatore.

Parlando della formazione di domani, Mourinho ha affermato che Paulo Dybala sta bene e giocherà nella sfida contro la squadra spagnola. Mentre sugli avversari in se, ha detto: “La difficoltà è quella di giocare contro una squadra di qualità con un’identità chiara, con un grande allenatore di esperienza, con una filosofia propria che si vede nel modo di giocare. È una squadra che ha vinto e non è facile vincere una competizione in Spagna se non sei una delle squadre top. È una partita difficile, ma sarà difficile anche per loro. Ricordiamo che il Betis Siviglia è allenato da Manuel Pellegrini e aveva già affrontato la Roma in amichevole nell’agosto 2021 in casa propria, vincendo 5-2, con i giallorossi che avevano subito tre espulsioni, chiudendo con 8 uomini.

A Josè Mourinho è stato anche chiesto un commento sulla possibile vittoria numero 107 nelle coppe Europee e se questa potesse rappresentare uno stimolo in più. Il tecnico ha risposto cosi: “Non è uno stimolo in più. Sono orgoglioso delle 106 vittorie e se dovesse arrivare la 107, domani o la prossima settimana, sarò sempre orgoglioso della mia carriera, ma questa è una cosa per passare il tempo dopo la carriera. In questo momento l’unica cosa che mi interessa è vincere sempre la prossima. La prossima è domani, la partita è difficile e di livello molto alto. Voglio vincere perché abbiamo bisogno di punti, ne abbiamo solo 3 e non bastano”.

Discorso diverso che riguarda il fatto se Abraham e Belotti possano coesistere insieme: I giocatori bravi possono giocare insieme, non è mai un problema. Gli allenatori devono trovare il modo di far giocare i calciatori insieme. Per esempio all’inizio per tanti di voi, principalmente per quei fenomeni che parlano in radio e non vengono mai qui, sembrava quasi impossibile far giocare insieme Pellegrini, Zaniolo, Dybala e Abraham. Purtroppo per gli infortuni lo abbiamo fatto poche volte, ma quando lo abbiamo fatto con tutti loro insieme la cosa ha funzionato bene. Belotti e Abraham sono bravi. La questione è trovare un modo e il momento di farlo sviluppare poco a poco, ma per una squadra giocare contro una buona Roma, perché serve una buona Roma, con Abraham e Belotti insieme non è facile.

Discorso a parte per capitan Pellegrini, non ancora sicuro di scendere in campo per i problemi accusati nel match contro l’Inter: “Vediamo, qualche volta sapete più di me o sembra… Dobbiamo allenarci e sentire anche lui. Sa che la partita per noi è fondamentale, lo conosco bene e se dice ‘no’ è ‘no’, è perché non c’è nessuna possibilità. Se dice che è disponibile, mi fido. Con lui non c’è perdita di tempo, è tutto obiettivo e la fiducia è altissima. In questo caso più che aspettare il dipartimento medico aspetto lui: la sua parola decide tutto”.

In conferenza stampa, accanto al mister, era presente proprio Andrea Belotti a cui è stato chiesto se sentisse complementare a Tammy Abraham e i due potessero giocare insieme: “Ci alleniamo sempre in base alle esigenze del mister, è lui che prepara le partite e prepara tutto focalizzato alla partita successiva. Dobbiamo solo farci trovare pronti, c’è stato solo uno spezzone di partita con l’Helsinki dove abbiamo giocato insieme. Anche durante gli allenamenti ci lavoriamo, ma sono scelte del mister e se si gioca ad una o due punte dobbiamo farci trovare pronti“.

Mentre su come potrebbero integrarsi ha risposto: “È una domanda per il mister, abbiamo un modo di giocare differente, è un discorso tecnico. Abraham è un attaccante della Nazionale inglese, è un’opportunità confrontarmi con lui, è uno stimolo personale perché so che per poter giocare devo dimostrarlo sempre in allenamento e in partita. Sapendo che c’è un attaccante forte devo dimostrare di più. Mi dà carica e forza”.