A due giorni dalla protesta degli studenti de l’università La Sapienza di Roma, per un convegno a cui hanno partecipato un esponente di Fratelli d’Italia e il giornalista Daniele Capezzone, arrivano una lettera della rettrice Antonella Polimeni e del neo-Ministro all’Università Anna Maria Bernini.

Ricordiamo che gli scontri sono avvenuti tra un collettivo degli studenti e la polizia che stava presidiando gli ingressi e hanno visto diverse cariche da parte degli agenti. Il tutto è accaduto davanti all’ingresso della facoltà di Scienze Politiche, ove si teneva lo stesso convegno che era organizzato dall’associazione Gioventù Nazionale, presieduta da Fabio Roscani, lo stesso esponente Fdi presente al Convegno.

 

Di seguito riportiamo la lettera della rettrice Polimeni indirizzata agli studenti e intitolata retterà alla Comunità Sapienza: “Care Studentesse e cari Studenti – ha esordito la rettrice – ritengo doveroso condividere con voi una breve nota in merito a quanto avvenuto nella mattinata del 25 ottobre scorso presso il cortile adiacente all’ingresso dell’edificio della Facoltà di Scienze Politiche, Sociologia, Comunicazione.
Come è noto, era previsto in quella data un convegno organizzato da un’associazione studentesca e regolarmente autorizzato – come quotidianamente avviene con tante altre associazioni – che avrebbe dovuto vedere la partecipazione di docenti del nostro Ateneo e di esponenti politici e giornalisti. Vista l’intenzione manifestata da parte di alcune studentesse e di alcuni studenti di contestare e impedire lo svolgimento del convegno, le autorità preposte alla sicurezza si sono adoperate per garantire la realizzazione dell’incontro e, al contempo, tutelare la sicurezza di chi avesse voluto prenderne parte.

Come certamente saprete, Sapienza ha all’interno della propria Città Universitaria un presidio fisso della Polizia di Stato che, in totale autonomia rispetto all’Ateneo, adotta le azioni che ritiene più consone, in coordinamento con la Questura territoriale di riferimento, per tutelare la sicurezza della nostra Comunità e di coloro che usufruiscono delle nostre strutture e dei nostri servizi. Alla luce di ciò, tengo a precisare che l’intervento delle Forze dell’Ordine nel corso delle contestazioni è stato deciso e coordinato dal Dirigente del servizio predisposto dalla Questura di Roma, che lo ha ritenuto necessario per garantire l’ordine pubblico.

Ho già avuto modo di ricordare nella nota diffusa attraverso i canali ufficiali dell’Ateneo che l’Università deve essere un luogo in cui si studia, si cresce, in cui bisogna incontrarsi e confrontarsi, ma mai scontrarsi fisicamente. Sapienza condanna fermamente ogni forma di violenza. Continueremo per questo a lavorare per garantire, ad ogni individuo che agisce secondo i Principi costituzionali, il diritto a manifestare liberamente le proprie opinioni nel rispetto della pluralità delle idee. Intensificheremo gli incontri con tutte le anime della nostra Comunità, a cui nei giorni scorsi hanno preso parte anche alcuni dei gruppi studenteschi che hanno partecipato alle contestazioni. Vigileremo affinché in ogni sede dell’Ateneo venga garantita ad ogni membro della nostra Comunità la possibilità di esprimersi e affinché non si ripetano episodi dolorosi come quello a cui abbiamo dovuto assistere lo scorso martedì.

 

Coe detto anche il neo-Ministro dell’Università Anna Maria Bernini ha voluto dire la sua in merito a questa vicenda, con un comunicato diffuso tramite i canali del ministero di cui lei stessa è a capo: La libertà di parola non è una strada a senso unico. Chi inibisce la manifestazione del pensiero altrui non comunica, prevarica. Quanto accaduto all’Università Sapienza è esattamente ciò che non dovrebbe accadere in alcun contesto e ancor meno nei luoghi del sapere dove si coltivano i valori della libertà, del confronto, del dialogo. Gli Atenei, le aule, devono essere spazi di formazione e costruzione. Esprimo il mio sostegno al Rettore, professoressa Antonella Polimeni, e l’incoraggiamento a tutti gli studenti a coltivare e a difendere le proprie idee con la forza della parola, non dell’aggressività. Questo è il senso del vivere civile ed è il messaggio più importante che tutti insieme dobbiamo contribuire a diffondere”.