L’Italia non riesce a regolarizzare gli immigrati già presenti sul territorio nonostante l’impegno da parte del governo per tentare di controllare l’immigrazione regolare attraverso i decreti flussi. I datori di lavoro hanno presentato domanda per la regolarizzazione contrattuale di decine di migliaia di lavoratori già nel 2020. Il decreto “rilancio”, approvato dall’allora ministra delle Politiche agricole Teresa Bellanova, aveva come obiettivo quello di contrattualizzare i lavoratori e le lavoratrici privi di documenti ed impiegati in modo irregolare soprattutto nel settore domestico e in quello agricolo. Nonostante siano passati tre anni da questo decreto i permessi di soggiorno rilasciati coprono appena il 31,5% del totale. Praticamente l’Italia si trova a vivere una situazione di stallo sulla questione e, le colpe vengono affibbiate alla forte carenza di personale da cui hanno preso il via una serie di sentenze e di ricorsi. A Roma e Milano sono in corso delle azioni collettive promosse da tutti quei lavoratori e quelle lavoratrici ogni giorno impegnati in un percorso di integrazione contro i ritardi delle prefetture, con il sostegno di associazioni come l’ Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione (Asgi). A tal proposito il Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione del ministero dell’interno ha emanato una circolare volta a mettere in atto una semplificazione procedurale per le pratiche ancora in sospeso.