Per la prima volta in oltre 20 anni di governo della Turchia Recep Tayyip Erdoğan ha incontrato un avversario politico abile nel mettere insieme un’ampia ed eterogenea coaliione che lo mettesse in difficoltà alle elezioni politiche del 2023.
Così è andata. Kemal Kılıçdaroğlu ha portato Erdogan al ballottaggio. Uno scontro diretto tra l’incontrastato “sultano” turco e il leader popolare repubblicano, capo dell’opposizione, appartenente ad una famiglia musulmana alevita, diventato famoso nel paese per le dirette sui social dalla sua cucina in cui professa l’inclusione delle minoranze e l’apertura alle comunità lgbtq+.
I turchi sono chiamati al voto tra la continuità con il patriottismo di Erdogan che guarda all’istaurazione di una turchia unitaria e omogenea e l’inclusività di Kilicdaroglu espressione di una coalizione molto ampia e con idee politiche molto diverse tra loro che guarda ad una turchia unica nelle sue diversità, ma con l’unico obiettivo di fermare il potere incontrastato del presidente uscente.
Il ballottaggio in turchia abbiamo deciso di seguirlo a Roma, al centeo culturale Ararat, dove i Curdi presente nella capitale e non solo, si sono dati appuntamento. I Curdi, da anni sono vittime delle persecuzioni del governo turco. Basti pensare che Abdullah Ocalan, politico e intellettuale Kurdo è in arresto dal 1999. Tutto ciò che hanno sempre chiesto è di essere riconosciuti nella loro unicità e non essere costretti all’omologazione nella galassia Turca, storicamente composta da una diversità caleidoscopica di popoli, lingue e tradizioni. Ora per loro, potrebbe arrivare un vento nuovo per i Kurdi, con la vittoria di Kilicdaroglu, anche lui appartenente ad una minoranza, forse può realizzarsi la costruzione di un grande popolo kurdo che accetta le sue differenze e senza persecuzioni politiche.