L’assessore regionale alla Sanità terrà un evento domani al teatro Brancaccio di Roma, dove potrebbe lanciare la sua candidatura alla guida della Pisana. Ci sarà anche Calenda

Domani, giovedi 10 novembre, potrebbe essere il giorno dell’ufficializzazione della candidatura di Alessio D’Amato alla presidenza della Regione Lazio. L’attuale assessore della giunta Zingaretti terrà un incontro al teatro Brancaccio di Roma alle ore 18:00, al quale parteciperanno alcuni esponenti politici, della società civile e del mondo sanitario regionale e nello specifico romano.

Un evento che va di pari passo con le dichiarazioni di Carlo Calenda e di Esterino Montino sulla sua possibile candidatura alla guida della Pisana per le elezioni del prossimo anno, presumibilmente a febbraio. Il leader di Azione e l’esponente del Pd sono tornati anche nella giornata di ieri, martedi 8 novembre sulla vicenda, rilanciando con tre diversi post su facebook il loro pensiero che tira la volata allo stesso D’amato. Calenda è partito dalla conferenza stampa di Giuseppe Conte, svoltasi sempre nella giornata di ieri, dove il leader dei 5 Stelle aveva chiuso la porta ad una possibile alleanza con il Pd nel Lazio e questo per l’emendamento a favore del termovalorizzatore di Roma. Questo il post di Calenda: “Conte ribadisce il No al termovalorizzatore a Roma che è il punto qualificante del programma di Gualtieri. Possiamo desumere che continuare a perdere tempo con il M5S è inutile almeno nel Lazio? Visto che c’è una persona del Partito Democratico di valore già in campo, possiamo chiudere?” Il leader di azione si riferisce chiaramente a D’amato, quando parla di persona di valore del Pd. Mentre il suo possiamo chiudere è riferito appunto all’ipotesi di campo largo che Zingaretti vorrebbe (o voleva?) tenere in piedi. Ovviamente scegliendo tutti insieme il prossimo candidato.

Poco dopo anche Esterino Montino, attuale sindaco di Fiumicino, ha fatto eco (forse volontariamente), a Calenda. Anche qui il riferimento alla conferenza stampa di Conte è più che chiaro: “Le dichiarazioni di Conte demoliscono – ha esordito Montino nel suo post –  nonostante la presenza del M5S nel governo, il giudizio positivo sul lavoro della Regione Lazio: sanità come un campo di battaglia, trasporti come carri bestiame, sistema dei rifiuti senza un minimo di programmazione di impianti idonei per una Capitale che produce 6 mila tonnellate al giorno di rifiuti. Leggere le dichiarazioni di vari esponenti dell’attuale maggioranza regionale plaudire a un così svilente giudizio lo trovo davvero paradossale. E’ altrettanto paradossale il fatto che c’è ancora qualcuno che si attarda a pensare che è possibile creare, dopo le parole forti usate contro il Partito democratico, una possibile alleanza di governo della Regione. Un’alleanza più larga possibile era la cosa più auspicabile, ma sono stati commessi una serie di errori che gli altri adesso stanno sfruttando per arrivare allo sgretolamento di pezzi interi del Pd, cercando di umiliarci. Se vogliamo fare una battaglia di prospettiva, dobbiamo ricomporre il quadro delle nostre forze attorno ad una colazione più larga possibile e allo stesso tempo credibile. E, soprattutto, guardando agli interessi autentici del Lazio e dei suoi cittadini, senza trovarsi ricoperti da tonnellate di immondizia, senza farci coprire da insulti gratuiti rispetto ai risultati evidenti che si sono conseguiti. E’ vero che c’è ancora molto da fare – ha concluso lo stesso Montino – ma nell’amministrazione dei territori il lavoro non finisce mai. Si prenda atto che non è quella la strada. La strada è ricomporre una colazione di forze che nel giro di qualche settimana scelga, attraverso le primarie, un candidato forte e credibile che avrà il compito di allargare ulteriormente l’alleanza”.

Giuseppe Conte, ieri pomeriggio si era espresso in questi termini, riguardo alle alleanze per la regione Lazio: “Con questi vertici del Pd abbiamo difficoltà a sederci allo stesso tavolo, non per simpatia o antipatia ma per una difficoltà che nasce da questioni politiche serie. Ci siamo ritrovati una norma su un inceneritore a Roma senza nessun preavviso in un dl dedicato agli aiuti a famiglie e imprese”. come detto il riferimento è sempre alla norma dell’inceneritore di Roma che il sindaco Gualtieri ha chiesto al Governo e che questo ha inserito nel Dl Aiuti. Tale questione fu anche uno dei motivi, se non il principale, per cui il Movimento 5 Stelle tolse la fiducia al Governo Draghi. Il ‘no’ al nuovo impianto è uno dei punti cardine della coalizione che ha in mente lo stesso Conte per la Regione e a tal proposito si è espresso cosi: “Non basta dirsi progressisti. Bisogna dimostrarlo: per questo lanciamo un appello alle forze politiche, sociali e alla società civile, per costruire un programma con alcuni punti fondamentali, tra cui il primo è l’ambiente: la gestione e smaltimento dei rifiuti non potrà mai basarsi sulla costruzione di nuovi inceneritori così come è stato progettato nella Capitale”.

Sul tema degli inceneritori, anche Zingaretti ha voluto dire la sua nella conferenza stampa di stamani in cui ha annunciato le sue dimissioni: “La Regione Lazio non ha mai aperto inceneritori.Anzi li ha chiusi. Questo non è un tema che riguarda l’amministrazione regionale. Il sindaco ha ricevuto poteri commissariali per dare una svolta sul tema dei rifiuti”. Il termovalorizzatore “non è un tema che riguarda questa amministrazione”, ha dichiarato il Governatore Dem.

Infine Calenda, sempre stamani, ha ulteriormente rincarato la dose, lanciando ancora di più il nome di Alessio D’Amato: “Eppure sarebbe un accordo facile: un nome del Terzo Polo sostenuto dal PD (che ha possibilità di vincere) in Lombardia e un nome del PD sostenuto dal Terzo Polo nel Lazio. Ufficio complicazione affari semplici”.