Missione raggiunta per la Roma che conquista la sua seconda finale europea consecutiva con in panchina Josè Mourinho. Ai giallorossi, andati in scena a Leverkusen, basta resistere per novanta minuta all’assedio tedesco, strappando un pareggio per 0-0 per accedere all’ultimo atto dell’Europa League, che si svolgerà il prossimo 31 maggio alla Puskas Arena di Budapest. Decisiva la partita d’andata, terminata 1-0 allo stadio Olimpico e firmata da Edoardo Bove. In Germania la Roma è costretta dall’atteggiamento degli avversari a soffrire, a tenersi stretto quel vantaggio minimo, ma di incredibile valore per continuare a sognare. Senza Dybala, rimasto in panchina per tutto il match, Mourinho sceglie un atteggiamento prettamente difensivo, rinunciando a offendere e pensando solo di chiudere ogni spazio per non innescare i velocissimi giocatori tedeschi. Una tattica rischiosa che alla fine ha pagato, anche grazie alle parate di Rui Patricio e all’imprecisione degli avversari. Lo Special One, idolo assoluto del popolo giallorosso, diventa il terzo allenatore della storia ad arrivare a 6 finali europee: come lui solo Alex Ferguson, meglio di lui solo Giovanni Trapattoni. Nella testa dei romanisti, da ieri notte, esiste una sola data: 31 maggio. Tutto il resta conta il necessario.