Ancora nessun accordo sul nome del candidato comune alla guida della Pisana

 

Carlo Calenda lancia il sasso e Nicola Zingaretti gli risponde, innescando una sorta di reazione a catena che vede un’altra risposta del leader di Azione e rischia di far saltare il banco rispetto alle alleanze per le prossime elezioni regionali nel Lazio.

La questione inizia nella giornata di ieri venerdì 4 novembre, quando a Milano per un incontro con il sindaco Giuseppe Sala, Calenda risponde all’Ansa in merito al candidato del Terzo Polo per la guida della Regione Lazio. “Per noi il nome del candidato nel Lazio è quello di Alessio D’Amato e senza i 5stelle in coalizione.”, aveva dichiarato Calenda e le sue parole non sono piaciute al Governatore del Lazio Zingaretti che sempre nella serata di ieri ha risposto attraverso la sua pagina Facebook: “Calenda ieri si è scandalizzato denunciando che Conte decide i candidati del Pd e non era vero. Oggi i candidati del Pd li vuole decidere lui. È un vero peccato. Lotteremo per vincere comunque ma, se si dovesse perdere, la responsabilità sarà anche di questa cultura politica folle che punta sempre a dividere e a favorire la destra”. E non finisce qui, perché sempre via Facebook, Calenda risponde nella giornata odierna: “Solo con il Pd romano ti può capitare che data la disponibilità a sostenere un loro ottimo assessore già in campo per le regionali, ti rispondano stizziti “come ti permetti! Vogliamo un civico”. Che ancora non hanno. Dottrina Bettini, prima le correnti poi la regione. Continueremo, data la legge elettorale, a cercare un accordo. Ma manca chiarezza di intenti e il tentativo di fare alleanze a geometrie variabili in Lazio e in Lombardia non è accettabile”.

Dunque ci si aspettano ulteriori strascichi per questa vicenda che non sembra esaurirsi qui e che rischia trasformarsi in un boomerang per i partiti interessati un pò come è stato per le elezioni politiche dello scorso settembre.

Ricordiamo che dalla corsa alla Pisana, si era sfilato anche Daniele Leodori che sempre attraverso Facebook aveva fatto capire di non essere disponibile ad una candidatura se non ci fosse stata unità di intenti tra i partiti.